Salmonella: sintomi e cura dell'infezione gastrointestinale in aumento d’estate

 

Salmonella: sintomi e cura dell'infezione gastrointestinale in aumento d’estate

La salmonella è un'infezione dell’apparato digerente dovuta a un batterio e si manifesta con sintomi gastrointestinali a regressione spontanea, o laddove indicata, con una cura antibiotica. Scopriamo di più sul disturbo molto frequente nel periodo estivo.

Le alte temperature, nel periodo estivo, causano non solo malessere e fastidiose malattie da calore, ma sono anche tra responsabili della proliferazione di alcuni batteri pericolosi per la salute, come quello della salmonella. Un'infezione, con sintomi che colpiscono l’apparato digerente, da trattare con una cura appropriata. Essa si contrae con cibi crudi o poco cotti contaminati durante la cottura, la preparazione e la manipolazione come il pesce servito nei ristoranti, cibi acquistati da venditori ambulanti, uova poco cotte o latte crudo...

Tutti cibi che, una volta contaminati, non hanno particolari alterazioni di colore, sapore, odore e consistenza e, di conseguenza, provocano gastroenteriti e intossicazioni alimentari, imprevedibili.

Va ricordato che i ristoranti che seguono determinate norme igieniche non rappresentano alcun pericolo per il consumo di pesce; ma il consiglio è di limitare i cibi crudi, specie d’estate. 

Salmonella: cos’è e perché si chiama così

La Salmonella, come si legge nel portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica Epicentro, è “l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti, sia sporadiche che epidemiche”. La sua scoperta avviene nel 1886, in un caso di peste suina, grazie al medico americano Daniel Elmer Salmon, da cui l’infezione prende il nome. Il batterio della salmonella è presente in più di 2000 varianti, ma i ceppi più diffusi per l’uomo sono enteritidis e typhimurium che si trasmettono per via oro fecale (anche se il paziente è asintomatico).

La salmonella è un tipo di batterio che può causare infezioni intestinali, noto come salmonellosi. Questa condizione può manifestarsi attraverso sintomi come diarrea, febbre, crampi addominali e nausea. La salmonella si trasmette principalmente attraverso alimenti contaminati, come carne cruda, uova non pastorizzate e prodotti lattiero-caseari. Mantenere pratiche igieniche adeguate nella preparazione e conservazione degli alimenti è fondamentale per prevenire l'infezione da salmonella. Nel caso si sospetti un'eventuale infezione, è consigliabile consultare un medico per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.

Dove si trova la salmonella

Il batterio della salmonella, responsabile di sintomi gastrointestinali da alleviare con una cura a base di liquidi e fermenti, è presente nella polvere e soprattutto nei cibi:

       Guscio di uova, o uova poco cotte;

       Pesci, crostacei e molluschi crudi;

       Latte crudo e i suoi derivati, incluso quello in polvere;

       Carni crude;

       Condimenti per le insalate e salse in genere;

       Creme e preparati per dolci;

       Frutta e verdura;

       Cibi cotti, ma conservati male;

       Gelato;

       Acqua contaminata;

Come si prende la salmonella: le cause

Uno dei principali veicoli di infezione della salmonella sono gli animali selvatici, domestici o da allevamento infetti (polli, maiali, bovini, roditori, cani, gatti e pulcini). Essa si trova nelle loro feci, che una volta espulse, contaminano gli alimenti da essi derivati, mangimi e acque. La trasmissione può avvenire direttamente anche dagli animali all’uomo; anche se, gli alimenti mal conservati e manipolati da persone o con utensili infetti sono una delle più importanti fonti di contagio, insieme all’acqua contaminata.

Come capire se si ha la salmonella: i sintomi prima della cura

L'infezione da Salmonella prevede dei sintomi ben riconoscibili, da trattare con una cura per reintegrare i liquidi persi. Essi interessano il tratto gastrointestinale e includono:

       Nausea;

       Dolori addominali;

       Diarrea con feci liquide, muco e, a volte, piccole quantità di sangue;

       Febbre (38-39°C);

       Vomito;

       Dolori articolari;

       Feci verdastre;

       Mal di testa.

Come appaiono le feci con il batterio della salmonella

La salmonella, come accennato, ha fra i sintomi da trattare con una cura farmacologica precisa, la diarrea. Una condizione che si manifesta con feci liquide, frammiste a muco e, a volte, con piccole quantità di sangue. Il colore può anche essere verde, indicante una condizione patologica in corso.

Incubazione e quando si manifesta la salmonella

La salmonella, di solito, e i suoi sintomi si manifestano dopo circa 12-72 ore dall'ingestione del cibo contaminato o dall'esposizione al batterio. Un tempo di incubazione, in cui la salmonella si riproduce nell’intestino per poi manifestare i sintomi che regrediscono spontaneamente o prevedono una cura semplice.

Diagnosi della salmonella e sintomi, prima della cura 

La diagnosi di salmonellosi, dopo il sospetto con i primi sintomi, viene confermata mediante la coprocoltura (un esame delle feci) che consente di intervenire con una cura. Quest’analisi consente di identificare il batterio all'origine dell'infezione.

Nelle forme gravi, è prevista anche la coltura di sangue, urina o essudati.

Chi colpisce la salmonella

I soggetti a rischio salmonella sono anziani, bambini e donne in gravidanza. A questi si aggiungono anche persone affette da anemia falciforme, da malattie neoplastiche. Quelle che hanno subito interventi a carico dell’apparato gastrointestinale e persone in terapia con farmaci anti-acido, in pregressa o concomitante terapia antibiotica ad ampio spettro, e/o in terapia immunosoppressiva.

Salmonella in gravidanza

La salmonellosi, come accennato, può colpire i soggetti più fragili, tra queste le donne in gravidanza. La salmonella dura circa 4/7 giorni e si manifesta con sintomi sopraelencati accompagnati anche da disidratazione. Di solito, si risolve spontaneamente con la reidratazione dei liquidi persi, ma può essere molto pericolosa perché a causa della febbre, di un ridotto apporto di ossigeno alla placenta e di alterazioni metaboliche della mamma può avere conseguenze negative sullo sviluppo del feto. Nei casi gravi, si può andare incontro a batteriemia (batteri nel sangue), che può evolvere in infezioni come la meningite e artrite reattiva con gonfiore o dolore ad articolazioni (ginocchio, caviglie e dita dei piedi).

È fondamentale, dunque, per una donna incinta escludere il consumo di cibi crudi e seguire norme igieniche scrupolose.

Salmonella: per quanto si è contagiosi con i sintomi prima della cura

La salmonellosi, una volta manifestati i sintomi e seguita la cura, ha un periodo di contagiosità variabile: da diversi giorni a parecchie settimane, periodo che può essere influenzato dall’assunzione di antibiotici, che allungano i tempi di persistenza del patogeno.

Quanti giorni dura la salmonella?

I sintomi della salmonella, dopo le dovute precauzioni svaniscono dopo 4-7 giorni. A volte, invece, il problema persiste per mesi.

A quale temperatura muore la salmonella

Il batterio della salmonella non sopravvive a temperature superiori a 70°C e prolifera tra gli 8 e i 45°C.

Salmonella e uova: il binomio che spaventa

Quando pensiamo alle uova, automaticamente scatta la connessione con il batterio della salmonella, ciò è dovuto a una possibile infezione dell'apparato riproduttivo della gallina e il contatto dell’uovo con le feci dell’animale. Dunque, per ridurre il rischio di contrarre la salmonellosi dopo aver toccato le uova è bene evitare di:

  • Rompere il guscio e lasciare parti di esso a contatto con il tuorlo o l'albume; 
  • Appoggiare i gusci di uova sulle superfici da lavoro o metterli a contatto con gli utensili da cucina;
  • Tenere le uova il meno possibile a temperatura ambiente, perché eventuali salmonelle possono moltiplicarsi;
  • Lavare le uova prima dell’uso, ciò le priva della cuticola protettiva e le rende più esposte a batteri che penetrano all'interno, contaminando tuorlo e albume;
  • Non lavare le mani dopo il contatto; vanno sempre pulite con acqua e sapone.

Salmonella o legionella: le differenze

Spesso la salmonella può essere confusa con la legionella. In realtà parliamo di due disturbi differenti anche se entrambe le infezioni sono molto comuni durante il periodo estivo e i due batteri sono entrambi Gram negativi.

Essi però fanno parte di due famiglie differenti, oltre ad avere sintomi e modi di trasmissione diversi: la salmonella della famiglia delle Enterobacteriaceae con sintomi gastrointestinali che si trasmettono da persona a persona e mediante oggetti contaminati. La legionella invece fa parte della famiglia delle Legionellaceae (con più di 60 specie batteriche) con sintomi simil influenzali e polmonite acuta in casi gravi, e viene trasmessa mediante inalazione di aerosol di acqua contaminata.

Salmonella e uova: il binomio che spaventa

Quando pensiamo alle uova, automaticamente scatta la connessione con il batterio della salmonella, ciò è dovuto a una possibile infezione dell'apparato riproduttivo della gallina e il contatto dell’uovo con le feci dell’animale. Dunque, per ridurre il rischio di contrarre la salmonellosi dopo aver toccato le uova è bene evitare di:

  • Rompere il guscio e lasciare parti di esso a contatto con il tuorlo o l'albume; 
  • Appoggiare i gusci di uova sulle superfici da lavoro o metterli a contatto con gli utensili da cucina;
  • Tenere le uova il meno possibile a temperatura ambiente, perché eventuali salmonelle possono moltiplicarsi;
  • Lavare le uova prima dell’uso, ciò le priva della cuticola protettiva e le rende più esposte a batteri che penetrano all'interno, contaminando tuorlo e albume;
  • Non lavare le mani dopo il contatto; vanno sempre pulite con acqua e sapone.

Quanto è pericolosa la salmonella

La salmonellosi con i sintomi di gastroenterite acuta, vomito, febbre e dolori addominali senza una cura adeguata ha decorso grave nei neonati, persone anziane e pazienti con altre malattie, essendo in alcuni casi anche mortale. 

Cosa succede se non si cura 

Se non curata adeguatamente, in particolare in bambini, anziani e soggetti debilitati il quadro clinico può aggravarsi e possono comparire disturbi extra-intestinali: polmonite, endocardite e pielonefrite. Quando l’agente batterico entra nel circolo ematico, può causare batteriemia o infezioni focali a carico di ossa, articolazioni e meningi.

Salmonella la cura per i sintomi e terapia antibiotica

La terapia indicata per curare la salmonella e i suoi sintomi, prevede riposo e assunzione di liquidi sono i rimedi più consigliati, insieme all’uso di fermenti lattici e probiotici per riequilibrare la flora batterica.

L’uso di antibiotici nel caso del batterio può essere poco efficace o provocare resistenza, in quanto nella maggior parte dei casi, le gastroenteriti da salmonella sono forme lievi dai sintomi che regrediscono spontaneamente in pochi giorni.

Il medico, di solito, ritiene necessaria una terapia a base di antibiotici per soggetti anziani o immunodepressi, bambini al di sotto dei due anni e in caso di infezioni gravi, con sintomi extra intestinali.

Cosa mangiare in caso di salmonellosi

Le fasi acute di salmonella sono molto debilitanti, per questo è importante seguire la una cura farmacologica e anche una dieta adeguata. È consigliato bere molta acqua a temperatura ambiente ed evitare cibi conditi con sughi, irritanti; latte, dolci, e frutta e verdura crude per non acuire i sintomi della dissenteria. Preferire invece i carboidrati come riso e patate lesse, pane tostato e legumi.

Prevenzione

Le infezioni da salmonella si possono evitare con alcuni accorgimenti igienici e prevedono di:

       Lavare sempre le mani con acqua e sapone prima di iniziare a cucinare, mangiare, prima e dopo aver toccato alimenti crudi, dopo aver toccato la spazzatura e pulito gli animali domestici e cucce;

       Pulire sempre accuratamente utensili e stoviglie;

       Usare dei guanti se si hanno ferite o lesioni sulle mani;

       Non consumare uova con il guscio rotto o sporco;

       Non acquistare confezioni di prodotti rotte, ammaccate, gonfie o con brina; Controllare regolarmente i cibi conservati in frigorifero e mantenere a 4°C le uova e tutti gli alimenti freschi (maionese, creme, salse);

       Separare le carni crude da quelle cotte;

       Proteggere i cibi consumati parzialmente o cotti con la pellicola trasparente o in contenitori ermetici;

       Lavare frutta e verdura, per eliminare microbi e residui di pesticidi; da evitare prima di mettere gli ortaggi in frigo, perché l’umidità favorisce la crescita di muffe e batteri;

       Pulire spesso il frigorifero con un po' di aceto o un detergente.

 

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