Disturbi alimentari: quali sono quelli più diffusi e a chi rivolgersi

 

Disturbi alimentari: quali sono quelli più diffusi e a chi rivolgersi

I disturbi alimentari sono delle patologie, che colpiscono in particolar modo adolescenti e giovani donne, e generalmente i più diffusi sono anoressia nervosa e bulimia. Ecco come riconoscere i sintomi di un paziente con disturbi alimentari e a chi rivolgersi per le cure.  

 

Insoddisfazione per il proprio aspetto, attenzione costante all’ago della bilancia e restrizioni alla dieta: sono alcuni indizi dei disturbi alimentari (DCA), i più diffusi anoressia e bulimia, di cui soffrono sempre più ragazzi. La diffusione dei disturbi alimentari, che incide fortemente sulla vita sociale e relazionale dei pazienti, è un problema da non sottovalutare e i dati a riguardo lo dimostrano.

Secondo lo studio dell’Università Castilla-La Mancha, pubblicato dal network Jama il 22% dei ragazzi tra i 6 e i 18 anni che vivono in Europa, Asia e Americhe hanno abitudini alimentari scorrette e parliamo di 1 caso su 3 in Italia, un dato ben sopra la media internazionale. Una proporzione, che comprende soprattutto ragazze, adolescenti e persone con indice di massa corporea più elevato.

Approfondiamo i DCA, da quelli più diffusi a quelli meno risaputi, scopriamo a chi rivolgersi e quali test e questionari vengono utilizzati per un’analisi precoce.  

Cosa sono e quando nascono i disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) o disturbi alimentari sono patologie che determinano un cambiamento delle abitudini alimentari e un’eccessiva preoccupazione per il peso e il corpo di un individuo. I disturbi alimentari più diffusi sono anoressia e bulimia e insorgono prevalentemente durante l'adolescenza, interessando in particolar modo le ragazze dai 16-17 anni o  18-19, anche se ormai l'età si è abbassata notevolmente includendo anche i bambini e i pre-adolescenti.

 

Cause e come riconoscere i disturbi alimentari

Le cause di questi disturbi, che danneggiano la salute fisica e mentale, possono essere molteplici. Sicuramente a contribuire all’insorgenza ci sono i fattori genetici, psicologici, ambientali e socioculturali, ai quali si aggiungono anche diete restrittive.

I campanelli d’allarme e i sintomi dei disturbi alimentari più diffusi comprendono:

       La tendenza all’isolamento e alla solitudine;

       Il lamento costante del proprio peso;

       La visione alterata della propria immagine;

       La tendenza a saltare i pasti;

       Un frequente sentimento di rabbia;

       Gli sbalzi d’umore;

       L’eccessiva attività fisica;

       L’uso di lassativi o diuretici;

       Il digiuno;

       I comportamenti ossessivi, come tagliare a piccoli pezzi il cibo o mangiare di nascosto;

       L’ ansia e la depressione;

       Il rifiuto di mangiare in locali pubblici e con gli altri;

       La perdita eccessiva di peso;

       La paura di perdere il controllo;

       La dipendenza da cibo.

Quali disturbi alimentari esistono: partiamo da quelli più diffusi  

I disturbi dell’alimentazione più diffusi sono l’anoressia nervosa, cioè quando una persona ricorre a digiuni e intensa attività fisica per mantenere il peso al di sotto della norma; la bulimia nervosa, quando la persona alterna abbuffate a momenti in cui ci si provoca il vomito o usa lassativi per non far aumentare il peso.

A questi due disturbi si aggiungono anche quello dell’alimentazione incontrollata (binge eating disorder), quando una persona sente l’impulso di consumare tanto cibo in poco tempo, provando poi vergogna e senso di colpa. I disturbi della nutrizione (la pica, la ruminazione, il disturbo da evitamento/restrizione dell'assunzione di cibo) e i disturbi dell’alimentazione non specificati, che pur avendo somiglianze con quelli sopra citati non soddisfano i criteri per i disturbi specifici.

Disturbi alimentari e adolescenza

I disturbi alimentari in adolescenza sono molto diffusi, specie nelle ragazze, e le cause anche in questo caso, sono diverse e riguardano la delicatissima fase adolescenziale, in cui si assiste a un cambiamento del proprio corpo e dell’autostima, il mutamento del legame con i genitori e delle relazioni con i coetanei basate, a volte, sul confronto.

Tutte queste condizioni, unite a fattori esterni come i canoni estetici “imposti” dalla società, possono provocare una condizione di fragilità e l'insorgenza di un disturbo alimentare. 

Disturbi alimentari: dal test Eating Attitude, al questionario Scoff

I disturbi alimentari più diffusi possono essere identificati precocemente con test e questionari, che permettono di evidenziare la presenza di un generico alterato comportamento alimentare o il rischio di svilupparlo. Fra questi, l’Eating Attitude Test (EAT-26) e il questionario Scoff.

Il primo è un test con più di 10 domande e quando un soggetto raggiunge un punteggio superiore o uguale a 20 viene somministrata un’intervista diagnostica specifica per valutare l’eventuale presenza di un disturbo del comportamento alimentare.

Il questionario Scoff (acronimo per Sick, Control, One, Fat, Food) si basa invece su 5 domande. Una risposta affermativa a due o più domande suggerisce un’ulteriore discussione e una valutazione più completa.

 

Conseguenze dei disturbi alimentari più diffusi

Il paziente che soffre di disturbi alimentari tra le conseguenze più diffuse può manifestare fragilità di unghie e capelli, pelle secca, problemi cardiaci, edemi a occhi e caviglie, mancanza di concentrazione. A questi si aggiungono alterazione del metabolismo, disturbi del sonno e indebolimento muscolare.

 

A chi rivolgersi per i disturbi alimentari

Quando si ha il sospetto di vivere accanto a una persona con disturbi alimentari è bene rivolgersi tempestivamente a dei professionisti con diverse specializzazioni come psichiatria, pediatria, scienze dell’alimentazione, medicina interna, psicologia, psicoterapia per procedere a una diagnosi e per capire il percorso e le cure da seguire.

Come curare i disturbi alimentari

Il trattamento per la cura dei disturbi alimentari più o meno diffusi prevede, dunque, un intervento terapeutico a contatto con gli specialisti che varia in base alla gravità del caso. Innanzitutto, lo specialista interverrà con un’attenta valutazione diagnostica, per escludere la presenza di patologie come celiachia o disturbi endocrini. Una volta accertata l’origine psichica del disturbo, generalmente si interviene con un lavoro di costruzione della consapevolezza del bisogno di aiuto del paziente, in cui è fondamentale anche il lavoro con i familiari.

 

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